Parliamo di….pavimento pelvico

Possiamo dire che finalmente si può parlare di pavimento pelvico senza (falsi) pudori? D’altra parte, è un argomento davvero importante per noi donne (e non solo!): tante di noi convivono con problematiche relazionate alla zona pelvica!

A volte sono problematiche di lungo corso, silenziose: capita che non ce ne si accorga nemmeno, e che ci si conviva, senza far nulla, con tutte le difficoltà in tutti gli aspetti della vita, come madri e come donne.

Oggi sappiamo però che i problemi legati al pavimento pelvico, dall’incontinenza ai dolori, possono essere identificati e risolti. Per stare meglio con il proprio corpo e non precludersi nulla nella vita!

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Ma partiamo dall’inizio. Cos’è e dove si trova il pavimento pelvico?

Il pavimento pelvico è in fondo alla cavità addominale – pelvica e ha la funzione del controllo della continenza.

È un sistema complesso e non lo si conosce ancora del tutto: per questo il pavimento pelvico e i problemi legati alla continenza urinaria e fecale sono oggetto di controversie e studi ancora non del tutto definiti.

Quali sono le possibili problematiche connesse a un pavimento pelvico non allenato?

  • perdite urinarie e prolasso degli organi pelvici
  • incontinenza da sforzo (perdite urinarie quando si ride, si tossisce, si starnutisce)
  • i dolori alla vagina e al perineo e il prolasso (la discesa di organi nel canale vaginale)

Tali problematiche possono essere causate da una disfunzione del pavimento pelvico: molte di noi ne fanno esperienza ed è un problema super frequente nelle neo mamme, anche oltre l’anno dal parto.

Come risolvere?

Con sempre più frequenza, medici e specialisti del settore invitano le donne a una ginnastica pelvica per risolvere fastidiose complicanze dovute al parto e all’età, come perdite involontarie di urina, incontinenza fecale o fastidi genitali legati ad un possibile ipotono della muscolatura del pavimento pelvico.

Il problema fondamentale sta a monte: va creato un percorso educativo in modo che l’approccio alla terapia sia efficace!

In primis definiamo cos’è la ginnastica pelvica, anche per gli uomini

È importante definire che la ginnastica pelvica non sia indicata esclusivamente alle donne, ma che quest’ultima sia di interesse anche maschile in quanto, i problemi legati all’escrezione urinaria1 e all’eiaculazione precoce hanno un impatto psicologico e riducono sostanzialmente la qualità di vita dei pazienti. Tali pazienti provano un senso di disagio che inevitabilmente determina bassa autostima, deterioramento dell’umore e sensazione di impotenza.

La cavità pelvica propriamente detta è limitata superiormente da una linea che parte anteriormente dal margine superiore dell’osso pubico, segue la linea pettinea antero -lateralmente, si continua nella linea arcuata dell’osso iliaco postero-lateralmente fino a raggiungere il promontorio sacrale posteriormente.

AI di sopra di tale linea sta la cosiddetta falsa (“grande”) pelvi, regione appartenente all’addome, mentre al di sotto sta la pelvi “vera” (piccola).

Concludendo, il pavimento pelvico è l’insieme dei muscoli e fasce che chiudono in basso le pelvi, composto essenzialmente dal muscolo elevatore dell’ano diviso in una parte esterna, o sfinterica, e da una parte interna con funzione elevatrice. A livello osseo è costituito lateralmente dalle ossa iliache posteriormente dall’osso sacro e dal coccige e anteriormente dal pube. Il pavimento pelvico poggia su un piano cutaneo definito perineo, ed è la zona situata tra la sinfisi pubica ed il coccige. Possiamo notare delle differenze sostanziali nell’uomo e nella donna.

Vediamo la differenza fra Ginnastica Pelvica e Ginnastica Ipopressiva.

La ginnastica pelvica o Ginnastica di Kegel

La ginnastica pelvica è quella particolare metodica di contrazione, rilascio, rinforzo e presa di coscienza dei muscoli che partecipano ai processi fisiologici, come la minzione.

Possiamo definire che determinate azioni nelle quali la muscolatura pelvica ha un ruolo essenziale, possono essere controllate e gestite per stimolare la muscolatura in esame.

La base scientifica per la riabilitazione dei muscoli del pavimento pelvico è stata fondata dal ginecologo americano Arnold Kegel, che, negli anni ’50, ha pubblicato i risultati di uno studio di 15 anni, che prevedeva l’uso di esercizi per il pavimento pelvico, dimostrando che l’attivazione muscolare sistematica fa in modo che i muscoli perdano 4 volte meno la massa muscolare e la funzionalità.

La ginnastica pelvica è arrivata in Italia alla fine degli anni ’80, trovando impiego nei centri fisioterapici.

La ginnastica ipopressiva

La ginnastica ipopressiva è un insieme ordinato di esercizi posturali ritmici, ripetuti e sequenziali che previene l’ipotono della muscolatura addominale profonda e del pavimento pelvico. Fu il dottor Marcel Caufriez, specialista in Kinesiterapia ed esperto in riabilitazione della donna e sessuologo, a creare il metodo ipopressivo.

Secondo Caufriez, in caso di fascia addominale ipotonica con annessa iperlordosi lombare, si ha una perdita della capacità di sostegno degli organi pelvici, causando così prolassi e incontinenza.

Oggi in Italia conosciamo il sistema MIM, metodo ipopressivo di Mimi Adami, che io stessa ho studiato per ottenere la certificazione e poter a mia volta praticarlo!

Con il lavoro ipopressivo:

  • si ottiene un abbassamento immediato delle pressioni intraddominali e intratoraciche, dovuta al rilassamento tonico del muscolo diaframma, che porta ad una attivazione riflessa della muscolatura del pavimento pelvico e della fascia addominale.
  • si evidenziano manifestazioni anatomiche associate alla corretta esecuzione degli esercizi ipopressivi: l’apertura dell’arco costale e la mobilizzazione dell’ombelico all’interno, oltre alla fenditura delle fosse clavicolari.

Benefici della tecnica ipopressiva

La ginnastica ipopressiva può essere definita una tecnica a scopo terapeutico e preventivo e tra i benefici possiamo ritrovare un valido supporto nel:

  • recupero post parto, con il recupero del pavimento pelvico e disfunzioni correlate e vantaggio nel riposizionamento degli organi;
  • contenimento incontinenza urinaria grazie alla diminuzione della pressione intra-addominale che incide negativamente sul pavimento pelvico
  • contenimento della diàstasi addominale, ovvero l’allontanamento dei muscoli retti dell’addome (post gravidanza)
    contenimento delle ernie ombelicali
  • prevenzione traumi articolari e mal di schiena negli sportivi (e non) a causa di una rielaborazione del sistema tonico posturale durante l’esecuzione.

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